Il paese di Calosso
Calosso (Calòss in piemontese) è un comune italiano di 1 212 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.
Sorge su un'alta collina il cui nome deriva dal gentilizio romano Callocius o Callucius, come indicato dall'Olivieri nel 1965.
Si trova poco lontano dai comuni di Canelli e Costigliole d'Asti, fra le valli del Nizza e del Tinella.
Il primo documento nel quale viene menzionato il paese è un atto del 960 che cita un certo Arimanno de Calocio in qualità di testimone di una permuta di terreni da parte di Brunengo, Vescovo di Asti tra il 934 e il 964.
All'inizio del XII secolo Calosso entrò a far parte del consortile di Acquosana insieme ai signori di Agliano, Vinchio, Canelli, San Marzano e Castelnuovo Calcea. Consorzio nato per tutelare i feudi minori dalle mire espansionistiche delle famiglie astensi (come gli Asinari, i Roero, i Solaro, i Natta ecc.).
Nel 1318 il comune venne coinvolto nelle fasi della guerra civile scoppiata nel circondario di Asti tra i guelfi Solaro e i ghibellini De Castello. I guelfi, oltre al castello di Moasca, distrussero anche il castrum di Calosso che venne immediatamente ricostruito.
Verso la fine dell'indipendenza del Libero Comune di Asti e precisamente nel 1377, l'intero feudo di Calosso viene acquistato dal nobile banchiere astigiano Percivalle Roero. Dieci anni più tardi, nel 1387, troviamo Calosso tra i possedimenti della dote di Valentina Visconti, andata in sposa a Luigi d'Orléans. In seguito al matrimonio la contea di Asti diventa interamente possedimento francese.
Seguiranno centocinquant'anni di dominazione francese.
Nel 1531 Calosso, con la Contea di Asti, entra a far parte dei territori controllati dai Savoia e con l'inizio del Seicento e della Guerra di Successione del Monferrato, viene coinvolto in una serie infinita di occupazioni da parte dei vari eserciti di passaggio. Difatti all'inizio del XVII secolo Calosso venne assediata dagli spagnoli e in seguito recuperata dai Savoia, grazie anche al capitano Catalano Alfieri che, a capo delle truppe francesi, fece cingere di enormi palizzate tutto il castello. Fortunatamente con la pace dei Pirenei del 1659, Calosso perde la sua importanza strategica e il suo castello, da imponente fortezza cinquecentesca, si trasforma in residenza di campagna della famiglia Roero. Il complesso fortificato venne dunque ricostruito diverse volte in seguito alle vicende belliche precedenti. A sud, oltre alla torretta abbassata a base cilindrica collegata al palazzo da un arco, si trova il cosiddetto castello vecchio, dove è ubicata la chiesa di San Martino, già menzionata nel 1203, all'interno della cinta fortificata.