Gli anni scorsi 

Fiera del Rapulè

Appuntamento ormai indelebile sull’agenda dell’autunno astigiano, la manifestazione trae ispirazione dal nome dall’antica e tradizionalissima pratica della vendemmia dei grappoli tardivi, detti nel dialetto locale Rapulin ‘d San Martin. Il terzo week-end di ottobre, terminate per molte aziende le fatiche della vendemmia, quando il clima si rinfresca e la campagna si tinge dei colori caldi e vivi dell’autunno, il borgo di Calosso si anima con il suo percorso enogastronomico che consente a tutti di deliziare il palato con un vasto assortimento dei piatti tipici della cucina locale accompagnati dagli ottimi vini DOC e DOCG dei 25 produttori che fanno parte dell’Associazione Crota ‘d Calos.

Cartoline d'Autore

QUATTRO FOTOGRAFI, UNA LOCANDA, LE COLLINE TRA LANGHE E MONFERRATO.

Questi gli ingredienti iniziali di CARTOLINE - Scatti d'autore a Calosso, innovativo progetto di valorizzazione territoriale ideato da Patrizia Rossello, coordinato da Andrea Pozzoli e Salvatore Leto, e realizzato in collaborazione con il Comune di Calosso e l'associazione Amici di Calosso. Calosso è un piccolo borgo in provincia di Asti, ubicato tra Langhe e Monferrato. Il suo paesaggio intatto, simbiosi perfetta tra lavoro dell'uomo e rispetto della natura, è uno dei migliori esempi di paesaggio vitivinicolo italiano, tant'è che l'intero territorio comunale è inserito nella zona candidata a divenire Patrimonio Unesco.
Quattro affermati fotografi piemontesi, diversi per approccio e formazione, durante una settimana del settembre 2012 si sono immersi nella magica atmosfera di Calosso e delle sue colline. Ospitati in un'antica locanda del centro storico, gestita da Renato Grimaldi e dalla Gina, i quattro professionisti dell'immagine si sono messi al lavoro su una ricerca fotografica; obiettivo: ritrarre Calosso e il suo territorio per creare cartoline d'autore. Un modo innovativo per coniugare ricerca artistica e promozione del territorio. I protagonisti sono: Laura Cantarella, Antonio La Grotta, Lorenzo Mascherpa, Elena Muzzarelli (Elmuz). Equipaggiati con mappe e pubblicazioni relative a Calosso, i quattro fotografi hanno iniziato a esplorare il territorio ed elaborare il proprio progetto. Tutti sguardi e punti di vista differenti per raccontare un unico luogo. I risultati sono stati sorprendenti. Laura Canterella ha investigato il tema del lavoro, aspetto che più caratterizza un paesaggio fortemente antropizzato come quello di Langhe e Monferrato. Uno sguardo insistente agli spazi, ai luoghi che ospitano quel lavoro e dal quale sono plasmati, con una particolare attenzione alle nuove generazioni. Antonio La Grotta è partito dalla natura, punto di avvio e di arrivo di tutto. Una natura che si trova a convivere con l'uomo e i suoi prodotti. Un dialogo che evita gli stereotipi iconografici delle colline coltivate a vite, narrando di grandi alberi e recinti metafisici, sempre in bilico tra necessità e libertà. Lorenzo Mascherpa ha lavorato sulla riconoscibilità del paesaggio locale. Luoghi collocati a est, ovest e sud rispetto a Calosso: vigne, geometrie di verde e luce, panorami, architetture che diventano quinte di paesaggio. Punti cardinali che possono essere visti anche come punti di arrivo e di passaggio, da e verso, per collocazioni momentanee. Elmuz si è concentrata sul dono che la natura offre agli uomini. La natura infatti non persegue fini, si concede in tutta la sua bellezza e si dona senza aspettative. Spetta agli uomini ricavarne i frutti mantenendo quel difficile equilibrio tra pieni e vuoti, tra dono e privazione. I prodotti finali di questa originale residenza sono cinque cartoline, una per ogni autore a cui se ne aggiunge una che raccoglie quattro ulteriori scatti. Alle cartoline si affiancano nove gigantografie collocate in esterno nel centro storico di Calosso. Grandi pannelli in pvc di due dimensioni diverse: m 2,50 x 3,00 e m 1,00 x 1,40. Le opere saranno visibili a partire da sabato 20 ottobre 2012, in occasione della Fiera del Rapulè, la consolidata manifestazione enogastronomica che ogni anno accoglie migliaia di visitatori per le vie di Calosso e nei suoi crotin, le antiche cantine scavate nel tufo di cui è provvista la maggior parte delle abitazioni del concentrico.

Il Paese dei nidi

Ideazione a cura di Patrizia Rossello.
Partner: Associazione Amici di Calosso, Comune di Calosso, LIPU di Asti.
Perché l’intervento di artisti su casette nido per uccelli? Calosso è un Comune che ha saputo attuare delle precise scelte a tutela dell’ambiente, del paesaggio, della qualità della vita dei propri cittadini. Grande attenzione è stata rivolta ad arginare la selvaggia cementificazione che purtroppo in questi ultimi anni ha deturpato territori di vocazione agricola e turistica creando spesso danni irreversibili. L’idea di offrire delle casette nido per uccelli da distribuire sul territorio si identifica con un gesto consapevole ricco di significati che attestano grande sensibilità. Porre l’accento su questa scelta vuol dire valorizzare il proprio patrimonio naturalistico ed esserne orgogliosi. Trasformare casette nido in opere d’arte vuol dire far migrare le idee, sensibilizzare il pubblico e trasmettere con poesia il messaggio di un domani certamente migliore.